Separazione con figli, meno problemi di coppia o nuovi problemi economici? Stangata per mancata informazione, ecco cosa bisogna sapere.
Non è detto che se marito e moglie si lascino, questi non tornino a litigare su altri aspetti, ogni rapporto è a sé. Ci sono legami che proprio grazie alla separazione vivono serenamente il contesto, altre che nonostante l’addio, continuano ad essere instabili e fonte di frustrazione per tutti i membri del nucleo familiare, specie se si tratta di una ex coppia con figli. Quel che serve è però anche imparare a fare “i propri conti”. Ci sono cose concrete anche quando l’amore non basta: aspetti economici portano nuovi guai? Con questo si fa riferimento al fatto che non tutti pagano allo stesso modo, sia per quantità che per modalità. Cosa significa?
Se l’amore è stato messo da parte, ecco che subentrano altri guai che dopo una separazione con figli vanno affrontati in maniera adeguata. Sia per garantire il benessere dei minori e degli altri membri della famiglia, che per sé stessi. Come già accennato, non tutte le ex coppie pagano allo stesso modo, perché ci sono delle condizioni specifiche da considerare, come nel caso dell’affitto. Tra tutti i doveri da “pagare” questo appare quello che meno piace insieme alle bollette, ma che deve essere soddisfatto. Senza l’adempimento, non c’è un tetto sopra la testa.
Ma chi paga? Sempre gli stessi? Oppure il modo in cui viene disciplinato ciò cambia da chi lascia? Ebbene, la nuova legge pone una certa attenzione sull’assegnazione e sui costi ai quali far fronte. Senza ombra di dubbio a rispondere chi resta nella casa è il codice civile all’art. 336 sexies, il quale afferma che la dimora è data al coniuge a cui è stata disposta la tutela maggiore dei figli. Ma per il pagamento? Non è scontato, ecco perché.
Se i figli devono stare con la madre la maggior parte del tempo, ed è quest’ultima a stare quindi nella casa predisposta, è per legge sempre lei a dover adempiere al pagamento dell’affitto? Ed è qui che le novità creano un po’ di confusione, ma con qualche indicazione ognuno dovrebbe essere in grado di far valere i propri diritti. Perché la tutela è quella dei minorenni, se ci sono, ma anche del soggetto che dovrà soddisfare tutte le spese del caso.
Se è la madre a restare nella prima casa, proprio per evitare che i figli possano essere ulteriormente scioccati da una situazione già difficile in partenza, allora la legge parla chiaramente. I minorenni devono essere tutelati, quindi se i coniugi si separano, almeno devono restare nella casa dove hanno sempre abitato in modo da non subire ulteriori scombussolamenti recandosi in seconde case o in luoghi in cui non hanno interessi. Per cui si conferma che restano con il genitore di riferimento nella loro abitazione principale. La questione poi verte su chi paga cosa quando entra in gioco l’affitto.
Se nel contratto di locazione era il marito l’intestatario, questo dato va modificato, e a pagare è la moglie che rimane nell’abitazione con i figli in seguito alla separazione. Ma ci sono delle eccezioni, perché se quest’ultima è più debole economicamente parlando, ha diritto all’assegno di mantenimento. In questo caso, l’ex coniuge andato via, potrebbe continuare a pagare l’affitto al suo posto, e i costi intrapresi per quest’ultimo vanno considerati nell’assegno di mantenimento che viene poi aggiornato delle cifre versate.
A quanto ammonta l’assegno di mantenimento allora? Si considerano i due stipendi dei coniugi, e li si somma. Da questi si detraggono le spese di affitto, manutenzione, consumi e condominio. Dopo si valuta in base alle griglie di calcolo e viene elaborata la quota finale spettante.