Coppie non sposate: attenzione, ora serve il certificato di convivenza, come procurarselo subito

Certificato di convivenza, attenzione: quando serve e come procurarselo, perché è importante per le coppie non sposate.

Decidere di condividere la propria vita con qualcuno è un passo importante, come sappiamo bene e, nella maggior parte dei casi, conduce ad un matrimonio o una convivenza. In quest’ultimo caso, tuttavia, talvolta occorre un “riconoscimento” per quanto riguarda la coabitazione e il rapporto tra i diretti interessati. Ecco allora che spunta il “certificato di convivenza”: cos’è, come funziona e quando può essere importante, i dettagli.

Certificato di convivenza quando serve
Cos’è e come funziona il certificato di convivenza (consumatore.com)

Sappiamo bene che, per poter esercitare una serie di diritti derivati dall’unione di due persone, la relazione che le lega deve essere, in un certo modo, “riconosciuta” o “classificata”. Il certificato di convivenza entra in gioco in alcuni casi specifici e può rivelarsi fondamentale in determinate circostanze. Andiamo a vedere allora, nel dettaglio, in cosa consiste e quando potremmo averne bisogno.

Certificato di convivenza: cos’è, a cosa serve e come funziona

Per attestare la propria posizione di conviventi e, di conseguenza, esercitare i propri diritti a riguardo, potrebbe essere necessario tale certificato. In base alla legge Cirinnà, i conviventi di fatto sono persone maggiorenni che hanno relazioni affettive stabili e sono impegnate nel sostegno morale e materiale reciproco. Non occorre, dunque, che siano sposati o uniti civilmente. Il certificato di convivenza permette di confermare la coabitazione tra due individui, sotto la definizione di conviventi di fatto. Per ottenere tale riconoscimento occorrono determinati criteri.

Cos'è il certificato di convivenza
Cosa sapere sul certificato di convivenza (consumatore.com)

In primo luogo l’essere maggiorenni e risiedere o coabitare nello stesso indiritto del Comune. Occorre poi avere una relazione stabile relativa all’assistenza reciproca e caratterizzata da legami affettivi. Non essere, poi, legati da da matrimonio o unioni civili, nemmeno con altre persone. E, infine, non avere legami di parentela, adozione o affinità reciproca.

Per attestare la convivenza occorreranno il certificato di residenza, lo stato di famiglia, quello relativo alla nascita di eventuali figli, ma anche documentazione relativa a mutui e simili cointestati, così come dichiarazioni testimoniali. Ma perché il certificato di convivenza è così importante e quando può rivelarsi utile?

Ebbene, in primo luogo perché può essere utilizzato per avere accesso a determinati benefici fiscali, come le detrazioni o, laddove previsto dalla legge o da sistemi previdenziali specifici, per aver diritto alla reversibilità o altre forme di assistenza in caso di decesso dell’altro convivente. Ancora, tale certificato può essere fondamentale per esercitare il diritto di prendere decisioni mediche che riguardano l’altro, per estendere la copertura assicurativa includendo entrambi i partner. In alcuni casi potrebbe servire per l’apertura di conti congiunti e simili, ma anche per chiarire la propria posizione in alcuni casi di successione, laddove non vi sia un testamento.

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