TFR negato perché l’azienda sostiene di essere in difficoltà economica? Ecco come comportarsi e cosa sostiene la legge
Il TFR ti viene negato a fine rapporto di lavoro perché l’azienda ha dichiarato di essere in difficoltà economica. Questa situazione è sempre più frequente con questi chiar di Luna, motivo per cui è anche un quesito molto richiesto sul web. La risposta non è così semplice in quanto dipende da caso a caso, per questo motivo andiamo a vedere bene da vicino come comportarsi nel caso in cui ci si ritrovasse di fronte a una situazione del genere.
Partiamo dal fatto che il TFR deve essere versato al lavoratore dipendente qualsiasi sia la causa di fine rapporto lavorativo: sia nel caso in cui sia stato licenziato, sia nel caso in cui quest’ultimo si sia voluto licenziare per motivazioni personali. Non solo, Il TFR va versato anche in caso di morte del lavoratore ai suoi eredi, i quali hanno diritto a tale importo indipendentemente dal fatto che abbiano accettato o meno l’eredità.
Il pagamento del Trattamento di Fine Rapporto è generalmente disciplinato dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), il quale di solito concede al datore di lavoro un lasso di tempo nel quale l’azienda deve reperire la liquidità necessaria all’erogazione delle somme. Ma vediamo cosa fare nel caso le somme non sono mai state ricevute.
Come ricevere il TFR se l’azienda annuncia di non avere la liquidità necessaria
In tanti casi, le aziende utilizzano il TFR come forma di autofinanziamento, nonostante si sappia che quelle somme andrebbero messe da parte perché poi, una volta accumulate, serviranno per trovarsi subito il denaro da consegnare al lavoratore che esce. Nella gran parte dei casi non funziona così, le aziende utilizzano quel denaro come denaro attivo e poi nel momento in cui arriva il licenziamento con il relativo sborso dell’intera somma, dichiarano di non averlo.
Proprio per ovviare a questi problemi, accade spesso che le aziende propongano ai dipendenti una liquidazione del TFR a rate ossia in più trance mensili, trimestrali, semestrali. Certo, si può accettare per accordo la divisione a rate, ma bisogna sempre consultare un avvocato per capire i limiti di tempo entro i quali si può muovere l’azienda per non venire troppo danneggiati, rispetto a una somma che ci spetta di diritto.
In realtà, per legge, se si ha bisogno di quel denaro immediatamente, si potrà sempre rivolgersi a un Tribunale, chiedendo l’emissione di un decreto ingiuntivo contro l’azienda. Se il datore non paga neanche con la notifica del decreto ingiuntivo, il creditore potrà addirittura avviare il pignoramento dei beni aziendali.
Se invece l’azienda dovesse risultare nullatenente o comunque in grave crisi, quindi senza la liquidità necessaria per pagare il TFR, il debitore può presentare un’istanza di fallimento: in questo caso, il TFR del dipendente verrà erogato dal Fondo di Garanzia dell’INPS.