Pensioni, arrivano le cifre da restituire persino se ha sbagliato l’INPS: stangata ingiusta

Pensioni e cifre da restituire anche se è l’INPS che ha sbagliato: la stangata che preoccupa i cittadini, cosa sapere.

Errare è umano, su questo siamo tutti d’accordo. Ma cosa accade se a commettere uno sbaglio è un ente come quello dell’INPS, colosso della nostra economia? Questo è il dubbio che attanaglia molti cittadini e, in particolare, coloro che beneficiano di trattamenti previdenziali o assistenziali. Cerchiamo, allora, di chiarire il caso in cui sia avvenuto un errore: i soldi vanno restituiti anche se la “colpa” e dell’INPS?

Pensioni, cifre da restituire INPS
INPS, pensioni e cifre da restituire: cosa sapere (consumatore.com)

Potrebbe trattarsi di una vera e propria stangata per molti cittadini, eppure non è un’ipotesi così rara come potrebbe sembrare. Pensiamo ad agevolazioni, indennità e simili, così come ai complessi calcoli che si celano dietro e alla base di un’erogazione. Cosa accade, allora, quando si percepisce più o quanto non dovuto? Cosa tenere a mente e come tutelarsi.

Cosa succede se l’INPS ha sbagliato: le cifre vanno restituite?

In tema di pensioni, un errore nell’erogazione o nel suo importo può riguardare l’essere soggette a revisione. Prendiamo il caso che una di queste circostanze si sia verificate, ma l’INPS ha continuato ad erogare il contributo. Il diretto interessato, di conseguenza, continuerebbe, dunque, a vedersi erogato un importo che, in realtà, non gli spetta o che è diverso da quello cui avente diritto. Nel momento in cui l’istituto si rende conto dell’errore, quegli importi sono da restituire o meno?

Ebbene, non è possibile dare una risposta univoca, poiché occorre considerare le casistiche oltre che una serie di elementi, tutti di grande importanza. Vi sarebbe, però, una grande differenza laddove l’interessato avesse agito in “buona fede” o meno. Cosa significa? Cerchiamo di chiarirlo.

INPS ha sbagliato: bisogna restituire le cifre?
Cosa succede se l’INPS ha sbagliato: attenzione (consumatore.com)

Laddove l’INPS avesse provveduto alla sospensione o al ricalcolo dell’erogazione, ma non avesse provveduto alla comunicazione al diretto interessato e continuato a stanziare l’importo, quest’ultimo ne sarebbe entrato in possesso senza avere contezza del fatto che non gli fosse più dovuto o che fosse cambiato. Al contrario, laddove l’INPS avesse provveduto ad informare il cittadino, ma continuato ad erogare l’importo o l’importo “maggiorato” rispetto a quanto spettante e il diretto interessato se ne fosse appropriato pur consapevole grazie alla suddetta comunicazione, ecco che l’istituto potrebbe chiedere la restituzione.

Attenzione anche alla questione reddito. Pensiamo a quegli aumenti relativi a quest’ultimo fattore che sono talmente importanti ed evidenti che rendono quasi impossibile, per il beneficiario, il non accorgersi di aver superato una determinata soglia. E che, di conseguenza, una prestazione prima dovuta ora non spetti più. L’INPS, dunque, avrà il diritto di recuperare quanto dall’interessato è stato percepito indebitamente.

Gestione cookie