Perdere la Naspi e tutti i suoi vantaggi è un errore economico inammissibile. La documentazione cambia tutto, recuperarla è essenziale.
Recuperare denaro è il primo passo per stare “sereni” economicamente parlando, e seppur i soldi non sono tutto, il risparmio in questo momento è una pezza d’appoggio di grande importanza. La Naspi è un vantaggio per chi ne può usufruire, ma a volte se non si presentano dei banali documenti, non solo si rischia di perderla, ma potrebbe anche accadere di ricevere meno di quanto si dovrebbe! Non è una guerra tra cittadini comuni, ma la chiara manifestazione di un panorama sociale in grossa difficoltà. Per questo l’informazione corretta è la mossa giusta per non perdere “la bussola”, e non commettere errori.
Si fa riferimento a perdite economiche di un certo peso, non spiccioli. Per cui se davvero non presentando al giusta documentazione si perdono i benefici in questione, bisogna presentare la massima attenzione in merito a cosa serve e a cosa no per ottimizzare il massimo del risparmio. Non tutti i lavoratori sono in una situazione florida, per cui l’instabilità può essere “tamponata”, si spera temporaneamente, con la Naspi.
Si tratta di uno strumento previdenziale che subentra come sussidio economico a tutti gli effetti, per chi presenta una carriera lavorativa che seppur sudata, purtroppo per cause esterne, procede a pizzichi e bocconi. Chi sono gli attori sociali che devono assolutamente prestare attenzione ad alcuni requisiti e ai documenti di cui si sta tanto parlando?
Chi ha visto scadere il proprio contratto di lavoro nel mese di giugno, è sicuramente corso a fare la richiesta della Naspi. Non tutti però sono a conoscenza del fatto che la mancanza di specifici documenti, fa ottenere meno di quanto si dovrebbe. Appunto, conoscere le giuste tempistiche è l’asso nella manica che permette di non perdere alcun vantaggio. Giocare d’anticipo va bene, ma bisogna farlo nel modo corretto. In questa guida si conosce quando e cosa portare per ottimizzare il risparmio.
Giocare d’anticipo significa attuare le mosse giuste nel momento corretto, e si tratta della situazione in cui al termine di giugno, molti vedono scadere il proprio contratto di lavoro. Sono diverse le categorie che vi rientrano, ma più tra tutti coloro i quali vivono instabilità economica dovuta al precariato che non permette di certo di costruire il proprio avvenire su basi “sicure”, sono proprio gli insegnanti non di ruolo. Risorsa essenziale per l’intero sistema scolastico, senza di loro ogni singola scuola non avrebbe tutti gli insegnanti di cui ha di bisogno.
La domanda di Naspi va assolutamente inoltrata entro l’ottavo giorno dalla cessazione del rapporto di lavoro, altrimenti addio ripresa economica. Il diritto all’indennità segue questi tempi, cruciali per l’ottimizzazione di cui si sta parlando. Infatti, se si supera questa scadenza, si ottiene comunque la previdenza, ma con un’entrata di gran lunga inferiore. Quindi, presentare la documentazione entro questi termini, è essenziale per il lavoratore precario.
La domanda va fatta direttamente online sul portale INPS. Chi la fa dopo l’ottavo giorno, ma comunque entro 68, ottiene l’indennità a partire dai giorni successivi la scadenza citata. Questo vale anche per la categoria di apprendisti, soci, artisti, lavoratori con contratto a tempo determinato, e operai agricoli con l’indeterminato in cooperative.