Tassa sul parcheggio: cifre elevate che fanno discutere, ecco gli esempi

Tassa sul parcheggio: in quali casi si deve pagare? Ecco alcune delle casistiche in cui non ci si può esimere. 

Oggigiorno, in molte città, uno dei problemi più grandi è certamente quello di trovare parcheggio, in particolare in zona centro.

Tassa sul parcheggio, esempi
Tassa sul parcheggio, esempi, casi in cui si paga-consumatore.com

Si trascorrono anche ore, soprattutto nelle grandi città, a cercare un posto, che sia a pagamento o meno. Una volta trovato, dopo tanta fatica, ci si può sentire sollevati. Per coloro che sono residenti in un determinato luogo, laddove non ci siano posti gratuiti, bisogna ricorrere a degli abbonamenti mensili che possano essere di aiuto nel trovare parcheggio più facilmente nei dintorni della propria abitazione.

Ma non tutti devono cercare parcheggio lungo la strada, perché alcuni condomini dispongono di parcheggi auto scoperti, e quindi il problema del cercare un posto si riduce notevolmente.

Tassa sul parcheggio, esempi in cui deve essere pagata

Quando si vive all’interno di un condominio, ci sono dei posti auto in cui è possibile parcheggiare, ma alcuni di essi sono assegnati a ogni condomino.

Tassa sul parcheggio, esempi
Tassa sul parcheggio, quando pagarla-consumatore.com

Questo significa che non è possibile parcheggiarvi a chiunque si rechi nel palazzo, ma a chi è proprietario di quel singolo posto. Molte persone si chiedono se sia obbligatorio accatastare i posti auto scoperti. Accatastarli significa che verrebbe loro assegnata una rendita, proprio come accade per i garage oppure per le case. La rendita, di conseguenza, genera il pagamento di una sorta di tassa su quel parcheggio, di un’imposta da pagare relativa a esso.

Ora, quando c’è un bene di proprietà di una persona singola, come una casa oppure un garage, è chiaro il pagamento di tale imposta. Tuttavia, le cose possono sollevare dei dubbi se si tratta di parti comuni di un condominio. Ad esempio, garage e cantine possono essere ritenuti beni censibili che devono essere accatastati e assegnata loro una rendita. Pur essendo, quindi, che sono ubicate in zone comuni, appartengono a un singolo e fanno parte dell’abitazione.

In un condominio, ci sono beni non censibili che sono di uso comune tra cui vano scale, atrio, centrale termica. Essi non appartengono a un singolo. Ebbene, i posti auto scoperti fanno parte dei beni censibili di un condominio, perché sono sì in un’area comune, ma sono assegnati a un singolo. Ergo, questi posti auto, che devono essere inseriti nel censimento alla categoria C/6, devono essere accatastati con tanto di planimetria a corredo. Al singolo, infatti, si cede una quota millesimale dell’area e si pagheranno imposte su di essa.

Gestione cookie