A volte bisogna darci un taglio, ma l’ultimo della Naspi è un guaio per molti: riduzioni a vista d’occhio, attenzione ai dettagli!
L’ironia serve per sdrammatizzare le situazioni peggiori, e alle volte però nemmeno una genuina risata può bastare davanti a delle criticità del genere. Stabilità e sicurezza sembrano lontane da raggiungere, specie con delle modifiche inaspettate e repentine. La Naspi è una grande fonte di sostegno per alcune categorie sociali, e vedere un taglio di una certa portata, non può che turbare non poco chi deve far fronte alle spese per giungere a fine mese. Guai in vista, ma si può risolvere con alcune accortezze.
Non è un quadro troppo drammatico, ma è la verità nuda e cruda, quella che spesso complica la situazione anche di chi “non dovrebbe stare così male”, ma nonostante ciò, non arriva a fine mese. Non si sta parlando di togliersi dalla testa dei capricci, ma come gestire le spese che riguardano spesa, affitto e tutto ciò che concerne la quotidianità. Lavorare per vivere o vivere per lavorare? Com’è più corretto riconoscere la realtà di oggi?
La questione è amara, senza avere quindi un “retrogusto dolce”, perché tratta ciò che sta più a cuore ai cittadini. Se non si parla direttamente del contenuto che sta nel portafoglio, si tratta di certo di ciò che vale ai fini pensionistici. Ebbene sì, la nuova misura tocca proprio i contributi, e il taglio è un guaio al quale bisogna correre assolutamente ai ripari.
Ultima ora, il taglio alla Naspi spiegato in breve: cosa cambia
La Naspi non vale a prescindere per tutti, né allo stesso modo. Appunto, i contributi servono ai fini di calcolo, ma con le novità in atto, la situazione è destinata ancora una volta a cambiare. Il tema pensioni in Italia è molto caldo, perché soggetto a continue modifiche, e soprattutto a discussioni per i calcoli che sono sempre fonte di dibattiti che sembrano non raggiungere un punto solido in comune. Allora, chi sono i destinatari delle news in atto? Non saranno per niente contenti, il taglio dimezza la somma.
Per quale ragione una categoria specifica di lavoratori subisce questo calo nel calcolo pensionistico? Tutto inizia dalla semplice domanda di poter usufruire dei contributi versati presso la gestione separata dell’INPS. La risposta afferma che questi non possono essere conteggiati ai fini di quanto percepire per la pensione. Si sta parlando di attività di collaborazione o da professionista. Questi non son utili al calcolo di indennità Naspi. Ma questo vale indistintamente per tutti? Non proprio, infatti ci sono delle categorie a sé stanti con un altra gestione.
I lavoratori agricoli ed extra-agricoli che hanno svolto la loro attività e rientrano nella gestione separata, possono cumulare questi periodi di lavoro purché nel quadriennio preso in considerazione figuri la contribuzione non agricola. Non solo questo, è necessario anche che la richiesta sia stata fatta entro i 68 giorni rispetto il termine del rapporto di lavoro, anche se avvenuto in agricoltura. Infatti, un caso concreto può aiutare a capire.
Se si trattasse di un lavoratore che ha compiuto negli ultimi 4 anni di lavoro, 3 sono stati contraddistinti dall’attività agricola, e l’ultimo no, comunque può fare richiesta perché ne presenta tutti i requisiti. Possiede comunque la prevalenza della contribuzione agricola, anche solo osservando i 12 mesi antecedenti la cessazione del rapporto di lavoro.