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Tasse e Fisco

Debiti: ecco il decreto che abbassa o riduce le cifre

Debiti, presto potrebbero esserci dei nuovi schemi sanzionatori e le cifre si abbasseranno o ridurranno in base a certi criteri. 

A nessuno fa piacere avere debiti e purtroppo, averli, può creare una certa ansia, soprattutto per il timore di non riuscire a pagarli e poi incorrere in certe conseguenze.

Debiti, nuovo decreto in cantiere-consumatore.com

Tra le conseguenze che ci sono, in base al tipo di debito contratto, che può essere tributario, amministrativo o penale, ci sono conseguenze e importi diversi da versare. Tra i provvedimenti più temuti, quelli classici, ci sono i fermi amministrativi e i pignoramenti dei beni, ma non solo. In alcuni casi, più seri, si rischia anche la reclusione.

Da qualche mese è in corso una revisione del sistema sanzionatorio tributario, amministrativo e penale, per ciò che concerne imposte che riguardano redditi e IVA. A breve, dunque, saranno introdotti nuovi criteri sanzionatori per essere in linea con i modelli europei.

Debiti, nuovi criteri sanzionatori che riducono le cifre

Questi nuovi schemi interesseranno i lavoratori autonomi. Per quanto concerne le sanzioni che riguardano omesso versamento di ritenute certificate, ci sono novità.

Debiti, nuovo decreto in arrivo-consumatore.com

Nello specifico, per quanto riguarda il reato di omesso versamento di ritenute certificate, resta confermata la punibilità di 150 mila euro per ogni periodo di imposta, ma con delle modifiche. Il termine fissato per versare le ritenute che risultano dalla certificazione rilasciata ai sostituiti è il 31 dicembre dell’anno seguente a quello in cui si presenta il modello 770.

L’omesso versamento è punito ammesso che il debito tributario non si stia estinguendo attraverso rate oppure se il contribuente decade dal beneficio rateale, e l’ammontare del beneficio oltrepassa 50 mila euro.

Per quello che concerne, invece, l’omesso pagamento IVA,  la soglia di punibilità rimane 250 mila euro per ogni periodo di imposta e la scadenza per versare l’IVA è il 31 dicembre dell’anno seguente a quello in cui si è presentata la dichiarazione annuale dell’imposta sul valore aggiunto. Si punisce l’omesso versamento ammesso che il debito non lo si stia estinguendo pagando rate. Se  il contribuente perde l’agevolazione rateale, l’omesso versamento è punito se l’importo del debito rimanente oltrepassa 75 mila euro.

Tuttavia, ci sono delle cause di non punibilità del debito tributario, che sopravvengono «se il fatto dipende da cause non imputabili all’autore sopravvenute, rispettivamente, all’effettuazione delle ritenute o all’incasso dell’imposta sul valore aggiunto». Il giudice dovrà valutare anche i seguenti criteri: «entità dello scostamento dell’imposta evasa rispetto al valore soglia stabilito ai fini della punibilità», «avvenuto adempimento integrale dell’obbligo di pagamento secondo il piano di rateizzazione concordato con l’amministrazione finanziaria», entità del debito che ancora è rimasto da versare, nella fase di estinzione tramite rate, e infine, «situazione Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D. Lgs. n. 14/2019)». Dunque, il magistrato dovrà tener conto di tutto ciò.