Grande occasione grazie allo stipendio minimo maggiorato: con gli aggiornamenti c’è uno spiraglio di ripresa per i lavoratori più deboli.
Chi si ritrova in difficoltà economica può tirare un sospiro di sollievo, ma non basta reimparare a respirare. Richiedere lo stipendio minimo maggiorato può essere una mossa astuta, ma non è detto che sia facile. Come porre in essere la miglioria economica? Per prima cosa serve conoscere chi sono i destinatari, soprattutto per attuare le giuste mosse nei tempi delineati. Alla scoperta della circolare con tanto di delucidazioni in materia di soddisfazione economica, le cifre sono da capogiro.
Non approfittare delle cifre da capogiro è un vero errore per non dire, orrore. Ciò vale specialmente per chi desidera fortemente riuscire a consolidare l’obiettivo economico in questione. Una sconfitta lavorativa non basta, perché c’è la possibilità di risollevarsi anche quando tutto sembra andare in frantumi per via di un trattamento economico che non soddisfa per niente il lavoratore. C’è l’occasione di fare, ma come si pone la stessa circolare? I primi aspetti sono essenziali.
L’ISTAT è un punto di riferimento, perché conferma ciò di cui tutti i contribuenti si stanno ormai lamentando da tempo. Il costo della vita è aumentato, l’inflazione galoppante, la crisi economica e l’impossibilità di vivere come un tempo. Tutto è cresciuto a dismisura, ma i salari no. Data la condizione che giustifica la ratio dell’intervento, si è cercato di porre lo stipendio minimo maggiorato per delle categorie di lavoratori specifici. Quelli che più tra tutti sono in crisi. Chi vi rientra?
Confermato stipendio minimo maggiorato per questi lavoratori
È bene evidenziare che lo stipendio minimo maggiorato non è valido per tutti i lavoratori a prescindere, soprattutto la misura non si attua allo stesso modo. Per questo bisogna analizzare e comprendere che tipologia di mansioni sono tenute in considerazione, e quali sono le loro differenze in gioco. Certi lavoratori non vedranno alcun cambiamento nella propria condizione, ma altri possono riuscire a migliorare ciò che un tempo sembrava destinato a fossilizzarsi nell’insoddisfazione più feroce.
A parlare è la circolare dell’INAIL, la n 12 del 2024. I primi a ricevere i cambiamenti sono i lavoratori subordinati: grazie ad un calcolo del 5,9% passano da una retribuzione minima di 53,95 euro ad una di 56,85 euro. La percentuale indicata è legata al trattamento pensionistico che equivale a 598,61 euro. Quindi, i premi assicurativi sono calcolati moltiplicando l’aliquota definita dall’INAIL per il settore contrattuale in questione con la somma da percepire quotidianamente. Così, si sceglie il valore più alto tra questi due elementi. Il trattamento vale anche per i lavoratori noti come “riders”, anche se non rientrano tra i subordinati e parasubordinati.
Dipendenti agricoli, quelli che percepiscono uno stipendio convenzionale, e chi ottiene il “minimo” perché definito per legge, sono gli altri attori sociali presi in causa che godono di una migliore prestazione economica. I primi, in ragione dell’adeguamento del 5,4% e del 20% dell’indennità prevista dal CCNL. I secondi, hanno la stessa percentuale di minimo giornaliero, cioè 5,4%, ma con la differenza che per alcuni è previsto ciò, per altri no. Infatti, il trattamento non è per tutti, ma per chi ottiene un minimo giornaliero, perché chi non lo possiede ha la terza condizione.
Ottiene quanto ottiene perché definito dalla legge. Dai lavoratori part-time a quelli posti nell’area dirigenziale, loro subiscono trattamenti differenti, sia tra loro, che rispetto i casi delineati. Infatti, i primi ottengono un aumento in vista di un calcolo preciso. Cioè si parte da un minimo di 8,53 euro, moltiplicato due volte, prima per le ore lavorate e poi per l’indice Istat. I secondi attuano invece una divisione tra la retribuzione mensile convenzionale per 300. Il risultato è pari a un minimale convenzionale giornaliero di 118,99 euro, sulla quale l’ISTAT applica la sua percentuale.
Ultimi, ma non da meno, sono i dipendenti del settore della pesca marittima. Qui bisogna proprio analizzare la tabella della circolare, perché prevede trattamenti diversi in base alla mansione e al tipo di pesca posta in essere.