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Nuove regole sul contante: grosse limitazioni della vita quotidiana

Arrivano nuove regole sull’uso e la gestione del contante: come pagare? Novità che cambiano tutto, non solo le abitudini più naturali.

Si sbarca su un nuovo pianeta, “E.T. telefono casa”, oppure si è entrati nel distopico “1984 Orwelliano?” L’uso del contante nel quotidiano, è qualcosa che da sempre fa parte dei cittadini. Da quando tempo, già si chiacchierava la presenza di “qualcosa di nuovo”, e gli ultimi aggiornamenti davvero sembrano trasformare o trasportare in un’altra realtà. Limitazioni e modalità di gestione variate dalle nuove regole entrate in gioco. Ci si abitua facilmente? La normativa esplica cosa è necessario sapere.

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Informarsi prima di tutto, e poi agire secondo ciò che meglio favorisce le proprie condizioni. L’attività quotidiana è nelle mani del singolo, decide per sé nel migliore dei modi. Ma è anche vero che analizzando il mondo, si è sempre in un “Truman Show” che condiziona e dall’alto, impostando le regole del gioco. Senza queste ultime, non si potrebbe che vivere in uno stato di natura hobbesiano pericoloso. Ma è quando cambiano che subentrano modifiche anche nel patto stipulato dalla collettività. Le nuove regole sul contante destabilizzano tutti, grandi e piccini.

Infatti, subentrano delle limitazioni che alterano i comportamenti più naturali messi in atto sinora. La situazione è già attiva dal 9 luglio 2024, perché è il nuovo Regolamento sancito dall’UE che pone delle soglie “definite” che non vanno assolutamente violate. Infatti, andare oltre la normativa di riferimento, significa andarvi “contro”.

Boom sociale con le nuove regole sul contante, come usarlo?

Sapere come gestire il contante è qualcosa a cui si viene educati sin da piccoli. Una parte del guadagno la si spende, un’altra piccina la si potrebbe impiegare in qualche “capriccio” (sempre se la situazione lo consente), e ancora quel che resta del denaro a disposizione, anche se poco, può essere inserito nel cassetto del risparmio. Un grande risparmiatore sa che va messo da parte poco ogni giorno, perché quello che si è risparmiato oggi, lo si ritrova domani. Allora, ecco che scoppia la bomba con le nuove regole sul contante. Non lo si usa più come prima, perché il Regolamento dell’Unione Europea indica quali condizioni devono rispettare tutti i Paesi Europei. Altrimenti? Vi subentrano amare conseguenze.

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Il Regolamento n.1624 del 2024 è entrato in vigore il 9 luglio, ed è valido in tutti i Paesi UE. Cosa cambia? La gestione del contante è il principale aspetto preso di mira, perché si pone per certi soggetti la condizione di non commerciare con più di 10 mila euro in contante. Questo aspetto è disciplinato dall’art.8 del suddetto regolamento. Ciò non toglie però la condizione per ogni singolo Stato, di richiedere persino una somma inferiore, ma mai maggiore al limite stabilito.

Nello specifico, le persone che commerciano beni o forniscono servizi, non possono superare questo tetto massimo, indipendentemente dal fatto che si tratti di una singola operazione o un versamento attuato in più rate. Non si può per la stessa prestazione, effettuare un pagamento del genere, ma appunto, si tratta di “contanti”.

La ratio del provvedimento è abbastanza chiara. Si attua di una condizione che limita azioni illecite, e permette così di tracciare al meglio tutte le azioni commerciali. Non si può evadere il fisco con questi elementi di base. La novità però pare che verrà stabilizzata del tutto entro luglio 2027, ma al momento già si effettuano controlli abbastanza mirati.

In Italia non si possono prelevare più di 5 mila euro, ma si specifica che la soglia di 10 mila euro è dedicata interamente a chi fornisce beni e servizi. Le conseguenze per chi trasgredisce sono le sanzioni presenti in ogni ordinamento nazionale. Quindi, ogni Stato, pur avendo le stesse limitazioni, punisce secondo normativa interna chi viola il provvedimento. Ovviamente, sempre entro i limiti della Legge Europea. La novità non vale per pagamenti tra privati che non rientrano nell’esercizio di una professione, e per gli enti creditizi, specie quelli che fungono da prestatori.

Pubblicato da
Fabiana Donato