Disappunto per la decisione di Poste Italiane di chiudere 5 uffici postali a Torino, criticando la mancanza di soluzioni alternative per i cittadini, specialmente i più vulnerabili. Nel frattempo, l’accordo sindacale con Poste Italiane prevede nuove assunzioni a tempo indeterminato e altre iniziative di riorganizzazione.
La vicesindaca di Torino, Michela Favaro, ha espresso grande rammarico per la decisione di Poste Italiane di procedere con la chiusura di cinque uffici postali in città. La chiusura, annunciata nell’ambito del piano di riorganizzazione e razionalizzazione dell’azienda, non è stata accompagnata da alcun rinvio o proposta di soluzioni alternative.
Durante un incontro in Regione, Favaro ha ribadito la sua preoccupazione per la mancanza di disponibilità da parte di Poste Italiane a considerare una rivalutazione dei provvedimenti in corso, che avrebbero gravi ripercussioni per i cittadini torinesi.
Secondo Favaro, sebbene sia comprensibile l’intento di Poste Italiane di ottimizzare i propri costi e operazioni, la chiusura degli uffici postali potrebbe causare difficoltà significative, in particolare per le persone più fragili e per coloro che non hanno accesso facile ad altre soluzioni. Questi cittadini potrebbero essere costretti a spostarsi per lunghe distanze, aumentando il loro disagio.
La vicesindaca ha sottolineato che le specificità del territorio torinese e le difficoltà di mobilità in alcune zone non sono state adeguatamente considerate. Di conseguenza, il rischio è che i servizi postali diventino meno accessibili per chi ne ha maggiormente bisogno.
Poste Italiane sta perseguendo una serie di riforme interne nell’ambito di un vasto piano di razionalizzazione che prevede anche l’assunzione di 7.548 nuovi lavoratori a tempo indeterminato tra il 2024 e il 2025. La maggior parte di queste assunzioni (circa 5.948 unità) riguarderà il settore della logistica, mentre circa 1.600 assunzioni saranno destinate alla rete postale e commerciale. Questo piano, che segna un importante passo nella stabilizzazione del personale, è stato il risultato di un accordo tra Poste Italiane e i sindacati, tra cui Cisl Slp, Confsal Comunicazioni, Failp Cisal e Fnc Ugl.
Il nuovo accordo, che coinvolge oltre l’80% dei lavoratori di Poste Italiane, rappresenta una vera e propria rivoluzione nel settore. Come sottolineato dal segretario di Slp Cisl, Raffaele Roscigno, si tratta di un grande risultato sindacale, che include importanti misure di stabilizzazione e nuove assunzioni, garantendo la continuità e la sicurezza del posto di lavoro per molti dipendenti. Il dialogo tra l’azienda e i sindacati ha portato a risultati concreti, con l’introduzione di 9.318 interventi tra nuove assunzioni, stabilizzazioni e trasformazioni dei contratti. L’accordo ha anche previsto la sperimentazione dell’orario di lavoro a cinque giorni nelle aree metropolitane e l’attivazione di nuove modalità di Smart Working.
Nel frattempo, il governo italiano ha deciso di rinviare la cessione di una quota fino al 14% di Poste Italiane, inizialmente prevista per dicembre. La decisione è stata presa in attesa di chiarire alcune questioni tecniche relative alla vendita. Il governo ha dichiarato che la vendita di questa partecipazione dovrebbe contribuire a ridurre il debito pubblico, pur mantenendo una maggioranza pubblica in Poste Italiane, attraverso la quota posseduta dalla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).
La cessione di Poste Italiane, una delle più grandi aziende pubbliche italiane, è stata al centro di dibattiti e critiche. I sindacati, infatti, temono che una privatizzazione parziale possa compromettere la qualità dei servizi pubblici fondamentali, come quello postale, influendo negativamente sui cittadini, soprattutto quelli più vulnerabili.