Il 2022 è caratterizzato da rincari sulle bollette di energia elettrica e gas. Vediamo come tutelarsi e risparmiare.
A confermare l’aumento del prezzo diverse ricerche di mercato che parlano di un + 55% per le bollette della luce e un + 41,8% per il gas.
Per arginare il “caro bollette”, il Governo ha cercato di correre ai ripari azzerando gli oneri generali dei sistemi che fanno lievitare, non di poco, le bollette.
I primi interventi mirano, ad esempio, alla riduzione dell’iva sul gas e a bonus sociali per le famiglie che si trovano in difficoltà (alle quali è stata data l’opportunità di pagare a rate le bollette del primo trimestre dell’anno 2022).
Questi interventi però non bastano. Il consumatore, infatti, per tutelarsi e risparmiare, deve innanzitutto saper leggere correttamente la bolletta.
L’andamento delle tariffe di mercato e perché la bolletta aumenta
Vediamo da quali voci è formata una bolletta.
Innanzitutto, dalla materia prima che ha un costo che viene calcolato sul consumo oltre che su di una quota fissa che è legata al prezzo di mercato.
Questo prezzo oggi è aumentato anche per il periodo di forte incertezza dettato dalla guerra e dagli Stati, come l’Italia, che dipendono da altri paesi per il sostentamento energetico.
Pochi sanno che dal prezzo della luce dipende anche quello del gas perché per la produzione dell’energia elettrica viene utilizzato il gas naturale, quindi: se aumenta il prezzo del gas aumenta anche la luce.
Contribuiscono a far lievitare le nostre bollette, le cd. spese di trasporto, ovvero le spese di distribuzione a livello locale dell’energia e le spese di gestione del contatore.
Per la luce viene fissato dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) una tariffa unica, mentre per il gas il costo varia di regione in regione.
Gli oneri di sistema sono quelli invece che il Governo ha deciso di tagliare fino a giugno 2022 e si riferiscono a dei costi fissi e variabili.
Infine, le imposte non sono altro che le tasse applicate in base ai consumi, l’iva invece viene applicata al costo complessivo del servizio.
Come possiamo pagare di meno in bolletta?
Innanzitutto, attenzione alle tariffe di mercato.
E’ possibile scegliere tra la tariffa a maggior tutela con dei prezzi stabiliti da ARERA, oppure il mercato libero (es. Enel, Edison Energia) nel quale vengono indicate delle tariffe fisse per il prezzo della materia prima. Fissare il prezzo è sicuramente più conveniente per il consumatore, considerando il momento storico che stiamo vivendo e visto l’andamento del mercato dell’energia.
Occorre in ogni caso sapere che a partire dal mese di gennaio 2023, come per il mercato libero, il consumatore potrà inserire il codice offerta anche nel portale di ARERA, questo servirà per poter confrontare la propria tariffa con le altre “attivabili” sul mercato, verificandone così la convenienza.
Come tutelarci in caso di modifica unilaterale del contratto
Saper leggere una bolletta è importante non solo per capire quali costi stiamo affrontando ma anche per poter confrontare i prezzi e passare al miglior offerente.
Capita di sovente che la compagnia erogatrice che avevamo scelto perché più conveniente, modifichi unilateralmente il costo del proprio servizio.
La modifica unilaterale del contratto è una prassi ammessa dalla legge. I contratti sono regolati in via generale dall’art. 1321 c.c. e possono essere modificati in corso di durata su iniziativa unilaterale dell’operatore ma sempre nel rispetto di specifiche condizioni previste dalla legge.
Occorre sapere che la società di fornitura, quindi, ha il diritto di modificare il contratto a patto che ne chiarisca i motivi avvertendo per tempo il consumatore (30 giorni prima della modifica del contratto) che può decidere se recedere o meno.
Come esercitare il diritto di recesso dal contratto
Le modalità di recesso devono essere comunicate in maniera precisa e il consumatore può scegliere la modalità di comunicazione del recesso a mezzo raccomandata a/r, a mezzo pec e infine, se l’azienda lo prevede, anche a mezzo fax.
Ma se il recesso non viene accolto dall’operatore?
Molte volte le società erogatrici sono reticenti ad accogliere le richieste del consumatore, soprattutto quando rischiano di perdere il cliente che decide di recedere nei termini previsti dalla legge.
Non fatevi scoraggiare e inviate immediatamente un reclamo scritto all’azienda allegando tutta la documentazione in vostro possesso.
La compagnia di fornitura per legge vi deve rispondere entro il termine di 40 giorni dal giorno di ricezione del reclamo, superati i quali il cliente ha diritto ad un rimborso fino a 60 euro, a seconda dei giorni di ritardo per la replica.
Unitamente al reclamo dovrà essere inviata anche la copia del contratto, della modifica al contratto, della lettera di recesso e soprattutto della sua ricevuta di avvenuta consegna.
E’ fondamentale allegare la ricevuta di avvenuta consegna (ad esempio la cartolina di ritorno della raccomandata o la prova di avvenuta consegna del fax o della pec) in quanto in mancanza della prova, il recesso risulterebbe come non interposto e il vostro reclamo privo di qualsiasi valore.
La compagnia si vedrebbe quindi legittimata a non prendere in considerazione le vostre richieste.
L’aver bene attivato la procedura di reclamo è molto importante per richiedere il risarcimento del danno.
Attenzione! Anche se si ha ragione, e si è correttamente attivata la procedura, non bisogna fare l’errore di smettere arbitrariamente di pagare le bollette in quanto diventerete solo consumatori morosi e rischiate di pagare more molto alte.
La procedura corretta sarà quella di pagare, attendere la risposta della compagnia entro il termine di 40 gg. ed avviare, successivamente la procedura di conciliazione.
Se la procedura di conciliazione non da l’esito sperato allora si potranno attivare le vie legali avanti al Giudice di Pace (se il danno non supera i 5.000 euro) o al Tribunale (se il danno subito supera i 5.000 euro).
Oltre alla modifica unilaterale del contratto, vi sono di solito molti motivi per i quali il consumatore può interporre il reclamo.
Come affrontare i disservizi delle compagnie fornitrici: consigli pratici
Attenzione! È importante agire tempestivamente per evitare danni economici ingenti.
Oggi visti i prezzi dei servizi di fornitura, subire ad esempio un disservizio in punto di errata fatturazione o di consumi eccessivi è molto rischioso.
Come abbiamo sopra precisato non si può smettere di pagare anche se si ha ragione e quindi bisognerà cercare di essere quanto più tempestivi e risolvere il problema.
I principali disservizi che nella pratica quotidiana affrontiamo sono ad esempio:
- Fattura con importo sbagliato;
- Servizio fatturato non richiesto (non se ne è mai usufruito);
- Ho cambiato fornitore e il vecchio continua a fatturare (doppia fatturazione);
- Mancata fatturazione o ritardo;
- Interruzione di fornitura non motivata.
Come arginare il danno?
Se la fattura ha un ‘importo errato non aspettate che sia la compagnia ad ammettere l’errore sperando in uno storno successivo, ma contestate immediatamente (sempre con raccomandata con ricevuta di ritorno o qualsiasi comunicazione che vi dia una prova di avvenuta consegna).
L’immediata contestazione è importantissima perché vi tutela in sede di conciliazione e poi nella eventuale causa avanti al Tribunale.
La contestazione immediata è importante anche se i motivi sono diversi rispetti a quelli sopra elencati.
Ricordate anche che se i vostri consumi vi sembrano esorbitanti, dopo la vostra immediata contestazione, l’onere di provare che il contatore era ad esempio guasto è sempre a carico della società di fornitura.
Ultima nota.
Se le bollette non vi arrivano non aspettate! Sollecitate la compagnia alla relativa emissione.
Sarà importante questo sollecito per dimostrare in sede di conciliativa e anche in Tribunale, il comportamento doloso della società.
La parola chiave, quindi, di tutto quanto sin qui precisato per una maggiore tutela del consumatore è la tempestività.
Più sarete tempestivi e solleciti e sicuramente il vostro problema troverà non solo soluzioni immediate ma anche maggiore tutela per ottenere il successivo risarcimento per il danno subito.